aaa-hhh ha scritto:
Di solito non intervengo sullo sviluppo di un post, ma equivocare un aiuto umanitario con un "pagare" la libertà di alcune persone è cinico e squallido allo stesso tempo. Non c'è niente di educativo in questa storia. E' soltanto una brutta storia finita bene. Magari io appartengo alla cosidetta categoria degli ingenui idealisti, ma sicuramente vivo meglio la realtà. Carmelo Sorbera
In effetti quando una nazione ricatta le altre usando lo strumento della pena di morte verso alcuni stranieri e poi rinuncia in cambio di aiuti economici, si' ... è decisamente cinico e squallido. Comunque nulla di nuovo sotto il sole, dato che trattative simili sono già successe nel mondo e che contemporaneamente la Francia, intervenuta con Sarkozy per portare fuori dalla Libia gli infermieri, ha avuto poi ben altri tornaconti in termini di contratti per le imprese francesi in Libia( alcuni miliardi di euro
(*)). Questa invece si chiama "realpolitik". Forse entusiasma di meno ma rende.
Ciao,
Francesco
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(*) I contratti miliardari riguardano la fornitura «di uno o più reattori nucleari» (c'è l'ok americano) destinati ad alimentare gli impianti per la desalinizzazione dell'acqua e per il «sostegno alle attività di prospezione e sfruttamento dei giacimenti di uranio», la vendita di 21 Airbus (15 alla compagnia di bandiera Lybian Airlines e sei alla Afriqiyah), la possibile vendita di 14 Rafale, i caccia del gruppo Dassault che non hanno ancora trovato un acquirente estero, e 35 elicotteri. Una partita da 5,4 miliari di euro.
Fonte Sole 24 ore[/b]