Cari tutti, vi invio il mio contributo, rifinito, alla formazione di un circolo PD all'interno dell'Area di Ricerca CNR di Bologna.
Esiste una strana e insana schizofrenia nella societa', che si manifesta in molti aspetti della vita quotidiana. Dentro questa schizofrenia, inutile dirlo, trovano ampi spazi di convincimento tutte quelle proposte politiche e sociali che parlano alla parte peggiore della pancia del Paese, quelle proposte che vedono nella rabbia e nella paura il miglior mezzo per la propria conservazione e promozione. Anche dentro quest'Area di ricerca ha agito e agisce questo spirito schizofrenico. Anche dentro il mondo della ricerca. Un'esempio concreto di questo stato lo si e' toccato con l'affare "stabilizzazioni".
Di fronte a questo provvedimento, all'interno del corpo tutelato del mondo della ricerca, si sono, piu' che alzate, messe in moto voci e rumors (in puro stile lobbystico -a voler essere buoni...) contro le stabilizzazioni stesse.
Motivo unico presentato al pubblico (senza il volto alcuno di scienziati, ma con quello di Dini in sede di discussione di Finanziaria 2008 - i.e. preludio della caduta del Governo Prodi), l'asserita mancanza di metri merictocratici nel processo stesso di stabilizzazione.
Nessuno, nel mondo della ricerca, nemmeno in quelle componenti vicine al PD, ha sentito il dovere di rimarcare come le stabilizzazioni fossero frutto dell'emergenza creata dalla concomitante azione di due storture del sistema mai fortemente combattue: 1) blocco delle assunzioni; 2) intrinseca "logica baronale" della forma "normale" di assunzione (il "concorso"). Ripeto: azione concomitante.
Le stabilizzazioni, invece di essere prese come spunto di disussione sui modi si reclutamento, sulla gravita' dell'emergenza e come primo, primissimo passo di un possibile rilancio, sono state individuate ed utilizzate, anche da chi e' "potente" e vicino al PD, come "trincea nemica". Truffaldinamente e disperantemente, questo e' stato fatto in nome di una falsa meritocrazia che il "sistema baronale" oggi impone alle (ormai non piu') giovani generazioni proprio utilizzando lo strumento "concorso".
Lo studio attento del problema, infatti, mette fin troppo facilmente in luce che la mancanza di meritocrazia nella ricreca italiana e' garantita, forse non solo, ma sicuramente in modo decisivo, proprio da quel "concorso" evocato come "salvatori della patria". Chiunque e' dentro al mondo dell'Uniersita' o della Ricerca ha ben chiaro, infatti, che "il concorso" ha l'unico scopo di i) "lavare" di ogni responsabilita' chi dietro le quinte e nell'ombra coopta e, cosi' potendo agire, ii) nell'ombra puo' creare cordate di potere autoconservantesi.
Quante eccellenze Universitarie e di Ricerca abbiamo in Italia? Poche, molto poche. Troppo poche. Possibile che sia "responsabilita'" dei precari? O non e' forse vero che lo stato attuale dipende da chi ha potere? E non sono forse "questi signori" quelli che "selezionano" nei "concorsi"?
Utile qui sottolineare che, in modo diametralmente diverso alla vulgata, il "baronato" agisce utilizzando "il concorso" per mettere "a posto" chi di dovere. I contratti a tempo, in genere, servono per pagare chi deve lavorare, magari proprio per "il capo". Anche questa e' cosa nota a chi vive dentro questo mondo.
Stante la permanenza di questa logica, appare chiaro che le stabilizzazioni avrebbero (forse) potuto portare una prima ventata di aria fresca. Di gente che non avrebbe avuto la necessita' di ringraziare (e poi ripagare il debito) a nessuno. Di ricercatori messi nelle condizioni di poter agire completamente con la propria coscienza.
Se anche dentro il PD non si supera la schizofrenica superficialita' cosi' facilemente ripagante in questa societa' delle "frasi fatte" o del buon senso da quattro soldi per cui "e' evidente che il sole gira attorno alla terra, basta guardarlo" (alias, "bisogna fare i concorsi per garantire la meritocrazia"), non esistera' possibilita' alcuna di offerta efficacemente e giustamente riformatrice per il Paese. Questo e' a maggior ragione vero per un circolo del PD all'interno di un'Area della Ricerca CNR (e INAF).
Per dirlo in termini ancor piu' generali, se non siamo noi del PD per primi a riconoscere che, in assoluta contro-tendenza culturale rispetto ai costumi attuali del Paese, a maggior prestigio deve legarsi una maggiore responsabilita' effettiva, se non affermiamo con forza che non e' solo l'ultima ruota del carro quella eventualmente chiamata a pagare (e questo status-quo e' effettivamente difeso da chi si lancia contro le stabilizzazioni senza mai attaccare "questi concorsi" e "i colleghi" di rango che, eventualmente, hanno pagato su fondi pubblici i "precari scaldasedie"), non risulteremo credibili su nessuna eventuale proposta che il PD fara' al Paese.
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